L’amministrazione di una realtà complessa come la nostra riguarda molteplici aspetti:
- da una parte c’è il rapporto con i servizi sociali invianti (dall’ingresso alle dimissioni di un nucleo o di un soggetto),
- poi la gestione del personale (contratti, presenze, sostituzioni e ferie, formazione sicurezza, formazione permanente),
- infine la conduzione delle strutture/case e delle attrezzature (manutenzione ordinaria e straordinaria, rinnovo periodico arredi ed elettrodomestici, automezzi in dotazione).
Patrizia (coordinatrice della comunità La Bussola) intervista le persone che lavorano da anni negli uffici amministrativi delle nostre cooperative.
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Da quanto tempo lavori per le cooperative Il Sentiero/La Clessidra e di cosa ti occupi?
Beniamino: lavoro in questa realtà da quasi 6 anni e mi occupo della contabilità de La Clessidra (da tutte le registrazioni fino al bilancio annuale). Sono il referente degli automezzi in dotazione alle singole strutture e mi occupo della parte amministrativa degli adempimenti fiscali e contabili per entrambe le cooperative (relazione con Confcooperative, Camere di commercio, Regione Lombardia per l’iscrizione all’albo …). Infine curo il sistema informatico delle comunità.
Daniela: ho iniziato nel 2017 come segreteria generale, mentre attualmente il mio ambito d’azione è su due fronti:
- di supporto alla direzione (verifica normative, predisposizione documenti, protocolli, analisi dati)
- di gestione e rendicontazione dei due progetti Interreg.
Negli ultimi due anni, causa pandemia, mi sono occupata di tenere aggiornate le Cooperative sulle disposizioni nazionali e regionali anti-Covid. Questo con la stesura delle misure anti-contagio da applicarsi nelle comunità.
Ho seguito inoltre tutta la parte procedurale relativa all’avviamento della comunità terapeutica Frida Kahlo, dell’analisi degli standard sanitari alla definizione dei protocolli. In generale curo i rapporti con le ATS territorialmente competenti.
Elisa: lavoro qui da 10 anni e mi occupo dell’amministrazione di entrambe le cooperative (dal primo contatto con il servizio sociale inviante per il preventivo, ai documenti per inserimento e impegno di spesa, alla fatturazione delle rette). Inoltre mi compete la contabilità de Il Sentiero (da tutte le registrazioni fino al bilancio annuale).
Sophia: lavoro qui da 2 anni come segreteria e centralino per entrambe le cooperative. Inoltre mi occupo degli adempimenti relativi alla formazione sulla sicurezza obbligatoria dei lavoratori, alle manutenzioni delle comunità (acquisti, preventivi, interventi ordinari e straordinari) ed alla gestione del sito web. Mi occupo anche, come supporto alla nostra Responsabile del Personale, delle presenze operatori di tutte le nostre comunità (verifica straordinari, notti e lavoro festivo) e, in collaborazione con Daniela, degli adempimenti delle normative nazionali e regionali anti-Covid19 e dei protocolli di gestione del rischio di contagio.
Cosa ti piace del tuo lavoro?

Daniela: Sono fiera di lavorare per una realtà che opera nel sociale e che pone particolare cura alla qualità del servizio e particolare attenzione alla persona, sia essa ospite o dipendente. Ciò si evince dalle risorse economiche e umane che l’ente gestore mette in campo per la formazione delle equipe, per il lavoro di supervisione e per le attività di coordinamento. Queste attività da una parte hanno l’obiettivo di far crescere le persone coinvolte nell’azione educativa, e dall’altra hanno l’obiettivo di migliorarne l’azione a favore del benessere degli ospiti.
Elisa: mi piace molto il contesto, nel senso che mi piace avere a che fare con gli enti locali e con le assistenti sociali, avere un rapporto diretto con le impiegate delle amministrazioni dei servizi sociali invianti. Ho inoltre appreso la gestione della contabilità, avendo iniziato come segreteria, e mi soddisfa vedere i risultati. Non ci si annoia mai in nessun periodo, nel bene e nel male. Nella sede di lavoro precedente (fino al 2014 gli uffici avevano sede a Milano) non avevo riscontro diretto rispetto all’utenza. Qui a Castellanza, invece, dietro l’impegno di spesa si vede da vicino il lavoro di tutti che va a vantaggio dei soggetti ospiti. Infine, c’è un senso di squadra che permette di mettere in moto e realizzare i nostri obiettivi con le forze di tutti.
Beniamino: aggiungo che i nostri uffici sono situati proprio sotto la comunità Alda Merini di Castellanza, dedicata all’accoglienza e alla cura di adolescenti con disturbo borderline di personalità. Abbiamo quindi la possibilità di avere un contatto più ravvicinato con le ospiti, di creare rapporti con loro, seguire i loro progetti e vedere i buoni esiti del lavoro educativo. Alcuni rapporti con le pazienti rimangono anche dopo la fine del loro percorso in comunità.
Sophia: avete detto tutto voi! A me piace anche la pausa caffè, per avere un momento di confronto e decompressione con i colleghi. E’ gratificante lavorare in un ambiente dove la mission è la comprensione e l’aiuto per superare ed accettare le proprie fragilità, dove il benessere delle persone viene messo al primo posto. Non ci si annoia e c’è sempre da fare e da imparare. Ci si sente sempre utili, anche nel risolvere piccole cose. È un ambiente di lavoro in cui si trovano sempre le porte aperte e la disponibilità da parte di tutti.
Quali sono le fatiche e le difficoltà?
Elisa: la mole del lavoro. La nostra realtà è in forte crescita ma il personale degli uffici è rimasto lo stesso. Inoltre ci sono momenti in cui si concentra tutto (scadenze, problemi, emergenze…) e la fatica aumenta. In più aumenta la complessità di alcune procedure amministrative, a cui si aggiungono la fatica ed il tempo impiegato a sollecitare alcuni servizi invianti. Probabilmente analoghe criticità sono vissute proprio dai servizi sociali, che vedono una riduzione di monte ore o di personale, a fronte di un aumento di numero e gravità delle situazioni in carico.
Beniamino: a volte sperimentiamo la sensazione di perdere tempo, inoltre la parte prettamente burocratica è poco stimolante dal punto di vista lavorativo e della realizzazione personale.
Come si possono superare?
Beniamino: servirebbe una seria riforma della Pubblica Amministrazione per la semplificazione degli adempimenti e della burocrazia.
Daniela: dal punto di vista procedurale e metodologico alcune cose dovrebbero essere riviste e perfezionate (ad es. la condivisione dei documenti tra i nostri uffici); è auspicabile un intervento migliorativo anche con l’aiuto di consulenti esperti, per rendere il lavoro più efficiente attraverso procedure definite.
Elisa: sarebbe utile anche un aumento del monte ore delle persone attualmente impiegate (ad esempio da 30 ore a tempo pieno). Oppure anche un aumento del personale, in modo da non arrivare sempre “al pelo” con le scadenze o in sovraccarico, senza correre sempre dietro alle cose. A volte è una corsa continua!
Sono previsti momenti di confronto con i colleghi, di lavoro in gruppo? Con che frequenza? Sono funzionali?
Elisa: Da qualche mese ogni 15 giorni c’è un incontro congiunto con tutti i collaboratori degli uffici, quindi noi quattro e la Dott.ssa Gulden, Responsabile Amministrativa e del Personale. Si lavora in gruppo sulle tematiche comuni, ognuno aggiorna gli altri sull’area di propria competenza, fa comunicazioni e pone criticità chiedendo un confronto a tutti. Si nominano tutte le competenze delle singole persone, mettendo a tema eventuali intoppi e problematiche che riguardano aspetti amministrativi generali oppure questioni specifiche delle singole comunità.
Ogni comunità ha bisogni differenti, come vengono presi in esame? E rispetto alle due tipologie di comunità?
Daniela: è molto diversa l’apertura di una comunità educativa, che richiede l’autorizzazione al funzionamento, rispetto al complesso iter burocratico necessario all’avviamento di una comunità terapeutica. Il comparto sociale e il comparto sanitario sono molto differenti nelle procedure. Queste vanno individuate rispetto alla comunicazione con l’ATS territorialmente competente per la terapeutica, mentre non sono richiesti adempimenti particolarmente complessi per le strutture socio-educative.
Elisa: rispetto alle due tipologie, a livello amministrativo per le pazienti con disturbo borderline viene richiesto un maggior numero di documenti (es. allegare alle fatture le presenze, le prestazioni sanitarie effettuate, con relativi timbri e firme). Per la terapeutica, è più complessa anche la procedura per l’inserimento. E’ prevista infatti una prima richiesta di interesse, a cui segue la valutazione del caso, poi la valutazione della paziente (vi sono quindi molti passaggi preliminari e una maggiore strutturazione della fase iniziale). Inoltre, per la comunità terapeutica e quella sperimentale l’amministrazione in alcuni casi intrattiene contatti diretti con i privati. Questo per discutere dei costi e del loro impegno a sostenere la retta.
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Com’è cambiato il lavoro con la partecipazione delle nostre due cooperative ad Interreg?
Logo Progetto Young Inclusion – Interreg Logo Progetto WaW – Women at Work
Daniela: Fintanto che mi sono occupata della segreteria generale ho potuto coinvolgermi direttamente con il lavoro delle comunità, il lavoro era finalizzato direttamente a migliorare la qualità del servizio fornito agli ospiti. E ciò corrispondeva maggiormente alla mia idea di lavoro in una cooperativa sociale.
Occuparmi di Interreg ha invece significato confrontarsi con un ambito lavorativo per certi versi arido, dove gli aspetti burocratici prevalgono.
Inizialmente l’ho avvertito come un di meno e poco corrispondente a me. Oggi lo concepisco comunque come un’opportunità per far crescere le nostre cooperative, sia per le risorse economiche che ne derivano, sia per i rapporti con altre realtà del sociale che da questi progetti sono nati, sia per le nuove competenze lavorative che si sono sviluppate. Con Interreg è inoltre aumentata la sinergia tra i vari uffici, poiché coinvolge l’attività sia della segreteria, sia della contabilità, sia dell’ufficio del personale.
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Descrivi con una parola o con una frase la tua realtà lavorativa in cooperativa
Elisa: interessante. I nostri uffici sono una squadra che prevede anche la collaborazione con le comunità, con stima reciproca e valorizzazione di ciò che tutti (singoli e gruppi di lavoro) fanno.
Sophia: stimolante, c’è sempre da imparare e si hanno le opportunità per crescere (professionalmente e personalmente).
Daniela: una realtà che si pone sempre nuove sfide.
Patrizia Gilardi
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